Tumtum, un cuore che batte. Tumtum, l’altro gli risponde. Tumtum, dodici anni. Tumtum, un mese alla mia partenza. Tumtum, un quartiere di Kampala. Tumtum, la Karamoja. Tumtum, la tua casetta in un quartiere di Kampala. Tumtum, la mia casetta a Iriiri. Tumtum, un sabato pomeriggio. Tumtum, i nostri cuori che pulsano accanto alle tue fotografie. Tumtum, i nostri sguardi che parlano senza che gli altri capiscano. Tumtum, le mie dita che scivolano sulle pagine dei miei pensieri. Tumtum, questi siamo noi…
Siamo stati insieme una vita. Sono cresciuta cercando la tua approvazione allontanandoti da me.
Stiamo crescendo distanti, le mie scarpe non sono più le tue, i nostri sorrisi si rivolgno ad altri.
Cuore, lune, sangue dedicati altrove.
Dovevo starti lontana per far nascere la donna che era nascosta in me.
Tra poco me ne andrò, mentre tu resterai qui, insieme allo specchio che mi hai regalato. Quello specchio che ha impresso l’immagine di una persona che non esiste più. La nuova immagine si definirà col tempo, per ora c’é solo una sfumatura. Tu resterai qui a mettere a fuoco altri volti, altre vite, altri colori.
Magari, un giorno, i nostri sguardi si incroceranno di nuovo, parleranno una nuova lingua ma si capiranno come hanno sempre fatto.
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